LIBRI & POESIA: EMOZIONI SENZA TEMPO

NELLA CASA DI FRONTE A ME E AI MIEI SOGNI

Fernando Pessoa

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  1. Pantufla
     
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    Ho scoperto questa poesia poco fa, effettuando la ricerca di "finestra chiusa" su un sito di poesie. Perchè l'abbia fatto è una lunga storia, ma di certo in questi versi di Pessoa ho trovato una parte delle emozioni che ho nel cuore.

    NELLA CASA DI FRONTE A ME E AI MIEI SOGNI
    "Nella casa di fronte a me e ai miei sogni
    che felicità c’è sempre!

    Vi abitano persone sconosciute che ho già visto senza vedere.
    Sono felici, perché esse non sono io.

    I bambini, che giocano sugli alti terrazzi,
    vivono tra vasi di fiori,
    eternamente, senza dubbio.

    Le voci che salgono dall’intimità domestica
    cantano sempre, senza dubbio.
    Sì, devono cantare.

    Quando è festa qua fuori, è festa là dentro.
    E così deve essere laddove tutto si adatta:
    l’uomo alla Natura, perché la città è Natura.

    Che grande felicità non essere io!

    Ma anche gli altri non penseranno così?
    Quali altri? Non ci sono altri.
    Quanto pensano gli altri è una casa con la finestra chiusa,
    o se si apre,
    è perché i bambini possano giocare sulla veranda inferriata,
    tra i vasi di fiori che non ho mai visto quali fossero.

    Gli altri non sentono mai.
    Chi sente siamo noi,
    sì, tutti noi,
    perfino io, che ora non sento più nulla.

    Nulla? Non so...
    Un nulla che fa male..."


    Dire: "L'erba del vicino è sempre più verde" è banale.
    Descrivere la sesazione di lontananza (ma anche di "superiorità") che sta nel cuore di chi vede la felicità come un bene raggiungibile solo dagli altri e decriverla con una poesia come questa è tutt'altro che banale, ma vero, intenso, a tratti anche crudele.
    Il Poeta sa che la ricchezza di fiori e canti con le quali la famiglie decorano le loro finestre chiuse spesso non è altro che finzione; ma forse quel "non sapere nulla, non dubitare di nulla" è un male che fa bene, non come "il nulla che fa male" di cui è intrisa la mente del Poeta.
     
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  2. siddalee
     
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    Leggere questa poesia mi ha un po' intristita. Mi sono venute in mente persone che conosco, che ammirano la vita altrui senza volerla davvero conoscere, elogiandone l'esteriorità senza voler fare la faica di apprezzare la sostanza.
    Oltretutto li guarda ma non livede, li chiude volontariamente in uno stereotipo, magari per via del dolore che prova in quel momento per se stesso e per la sua vita.
    Vorrei andare da lui e dirgli: "Svegliati, la vita di tutti è splendida e orribile, semplice e complessa, ma se non la vivi diventa solo un peso. Togli le etichette, guarda la sostanza, lasciati sedurre dalla vita, ascolta il tuo cuore e vivi facendo del tuo meglio."
     
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  3. Pantufla
     
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    Fare del proprio meglio. Essere migliori.
    Per me è un obiettivo, una specie di "refrain" che con ostinazione mi ripeto nella testa. A volte però la vita sembra tagliarti fuori dalla realtà che vorresti, e senza troppe spiegazioni ti trovi a guardare con avidità verso una finestra chiusa, oltre la quale la luce è accesa.
    Tu sai che là dentro si sta vivendo, ma tu non puoi entrare.
    E cerchi un' altra strada, un nuovo modo di vivere, ma vedi tutto quello che incrocia il tuo cammino attarverso quella finestra chiusa, quella nostalgia, quel "non sentire più nulla". Un nulla che fa male.
     
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2 replies since 3/6/2006, 02:06   199 views
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