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-EMA-.
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Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Il malessere che colpisce il cuore delle persone più sensibili, la malinconia che in troppe occasioni chiude le porte al futuro, l’ansia e il dolore.
Tutto questo appartiene non solo al nostro animo, ma di ciò è intrisa ogni forma di vita, dalla foglia arsa per la siccità, al fiume impedito nel suo corso, al cavallo trafitto dalla morte. Il sogno irrealizzabile di comprendere il divino distacco, la capacità di osservare esclusi dalle passioni il divenire del mondo sembra l’unica soluzione alla sofferenza. Ergersi sopra a tutto, come una statua sonnolenta ed indifferente al sole del meriggio, come una nuvola soffice, o un falco che si leva alto in volo.
Due strofe endecasillabiche dal profondo significato esistenziale, intense e tristissime.
Meravigliosa.
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Pantufla.
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Il male di vivere può offuscare il sole, raggelare il fuoco, strappare il cielo.
E' il Male del cuore, che al lento e dolce pulsare del sangue ha sostituito un gorgogliante fluire di gelida acqua, senza speranza, senza calore.
E' il Male dell'anima che, per l'intensità del suo vivere, ha penetrato l'essenza delle cose fino a raggiungerne la secca verità.
E' il male nero della Morte, che spegne il dolore come un'ammaliante amica.
Bene non seppi, fuor del prodigio che schiude la divina indifferenza. Fuor del lieve soffio di vita che aleggia in un filo di vento. La nuvola. Il falco.
Guardare in alto, guardare oltre, guardare avanti. Volare.
Dal male di vivere, guarire.
Edited by Pantufla - 18/4/2006, 18:06.
