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_Ginny_.
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Il Vampiro
Tu che t'insinuasti come una lama
Nel mio cuore gemente; tu che forte
Come un branco di demoni venisti
A fare folle e ornata, del mio spirito
Umiliato il tuo letto e il regno-infame
A cui, come il forzato alla catena,
Sono legato: come alla bottiglia
L'ubriacone; come alla carogna
I vermi; come al gioco l'ostinato
Giocatore - che sia maledetta.
Ho chiesto alla fulminea spada, allora,
Di conquistare la mia libertà;
Ed il veleno perfido ho pregato
Di soccorrer me vile. Ahimè, la spada
Ed il veleno, pieni di disprezzo,
M'han detto: " Non sei degno che alla tua
Schiavitù maledetta ti si tolga,
Imbecille! - una volta liberato
Dal suo dominio, per i nostri sforzi,
tu faresti rivivere il cadaver
del tuo vampiro!"
Edited by _Ginny_ - 8/4/2006, 12:22. -
Pantufla.
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Ha una forza incredibile questa poesia, esprime tutta la drammatica emozione dell'Amore impossibile: non voler amare proprio chi non possiamo fare a meno di amare, voler odiare la persona del cui amore non possiamo fare a meno...
"Odi et amo.
Quare id faciam,
fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio
et excrucior."
Edited by Pantufla - 8/4/2006, 12:18.