LIBRI & POESIA: EMOZIONI SENZA TEMPO

UOMO DEL MIO TEMPO

Salvatore Quasimodo

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  1. -EMA-
     
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    Sei ancora quello della pietra e della fionda
    uomo del mio tempo.
    Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte,
    - t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
    alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
    con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
    senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
    come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
    gli animali che ti videro per la prima volta.
    E questo sangue odora come nel giorno
    quando il fratello disse all'altro fratello:
    - Andiamo ai campi - E quell'eco fredda, tenace,
    è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
    Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
    salite della terra, dimenticate i padri:
    le loro tombe affondano nella cenere,
    gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.


    Straordinaria poesia di Salvatore Quasimodo, che marchia a fuoco l'uomo di ogni tempo. La terribile descrizione di millenni di storia, che sono stati millenni di guerra. La Scienza che nei secoli ha trasformato il mondo degli uomini è stata usata con lucida razionalità, allo scopo di sterminare con più efficienza.
    Sempre tu, uomo, hai ucciso come sempre, persino le creature della natura ti hanno visto subito come minaccia. Dai tempi in cui Caino, divorato dall'odio, trascinò Abele nell'inganno e l'eco del Primo Omicidio risuona ancora nelle nostre giornate. La poesia si chiude con un monito, un consiglio ai nuovi figli dell'uomo, affinchè dimentichino i loro padri con i loro delitti, il loro odio, le loro vendette.
    Non c'è speranza in questi versi, la descrizione inesorabile dei crimini dell'uomo non lascia spazio a conclusioni felici.
    Pochi mesi fa si è parlato di vittime di Mafia, e il monito che ho ascoltato sembrava dedotto dai versi di Quasimodo... che i giovani crescano con la loro mente e il loro cuore, e dimentichino gli errori e i crimini dei loro avi, solo così una nuova generazione potrà crescere e salvarsi dalle faide e dall'odio centenario.
    Viene in mente il ghigno di milioni di uomini, che con migliaia di armi sempre più esatte, hanno intriso di sangue ogni punto del pianeta.
    Viene in mente la rabbia immensa di chi scagliò un sasso, identica a quella di chi oggi scarica un caricatore addosso ad un altro uomo.
    Niente più commenti.





     
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0 replies since 27/3/2006, 14:12   57 views
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