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-EMA-.
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Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case
Un'altra poesia del Maestro Montale che ho conosciuto in quinta elementare.
Già allora avevo intuito il suo significato e il tempo non ha fatto altro che approfondirlo.
Chi non è in perenne ricerca della felicità, chi non ha pianto almeno una volta per averla perduta?
Questa è una poesia che tocca tutti i cuori, non solo quelli più sensibili o sofferenti.
La felicità è così istantanea, così fulminea, che raggiungerla non appaga, non sazia.
La strada per conquistarla è così difficile, ma anche straordinariamente emozionante da percorrere, a patto che non si raggiunga la meta, ma la si sogni soltanto.
La felicità, o l’idea di essa, rischiara le persone come un sole tiepido, e dirada le nebbie della tristezza, quindi lottare per essa è giusto, importante.
Non dimentichiamoci infatti l’abisso in cui precipitiamo quando questa presunta meta ci sfugge via, come un palloncino dalle mani di un bimbo in lacrime.
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