LIBRI & POESIA: EMOZIONI SENZA TEMPO

FORSE UN MATTINO ANDANDO IN UN' ARIA DI VETRO

Eugenio Montale

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  1. Pantufla
     
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    " Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
    arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
    il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
    di me, con un terrore di ubriaco.

    Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
    alberi case colli per l'inganno consueto.
    Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
    tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto."


    Essere uomini capaci di voltarsi.
    E' come scoprire la realtà che sta dietro le nostre spalle, dietro gli occhi di chi ci guarda, dietro le righe scarne di un articolo di giornale, dietro le mode e le mille "apparenze" che ci si "accampano"di fronte. Nel bene e nel male.
    L'aridità che circonda il poeta è l'esistenza trasandata e ripetitiva di chi, per sfortuna o per scelta, non vive che di abitudini e di sobrie eccezioni. Un tipo di vita che non sfiora il Poeta, un uomo che vive "andando" fin dal mattino e che andando si volta indietro verso la notte, senza timori; per vedere il vuoto del passato, l'assenza che terrorizza.
    Il Poeta vede e comprende, ma non dice: continua ad andare, zitto, custodendo il segreto. Chi si affanna e non si volta non deve sapere la fatica inutile che sta compiendo.

    Pantufla

    Edited by -EMA- - 29/1/2006, 14:15
     
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  2. dottwatson
     
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    Che impressione!!!, mi sento trasportato almeno di 6,7 anni in dietro, al Liceo... quando veramente ancora le parole avevano un impatto devastante sulla mia anima, non come adesso che, assorbito dalla realtà quotidiana, aspetto l'attimo per mettere in pausa il mio cervello.
    Mi rendo conto che una volta ero il ragazzo che si voltava, ingenuo e piccolo, a osservare per un attimo l'infinito e quell'infimo passato e ora, pochi anni dopo, sono perso nel limbo del dafarsi, del dadirsi e del nonvoltarsi. Non c'è Tempo e non c'è Luogo.

    Grazie Eugenio (quanta confidenza!!! smile.gif ) se oggi mi sono voltato è per te!
     
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  3. -EMA-
     
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    Un mattino come tanti, mentre vago nell’aria che mi assorbe, scorgerò nella parte più oscura e tormentata del mio animo, la vita che mi supera correndo, e senza salutarmi si dirige altrove, lontano.
    Trepidante di rabbia e curiosità mi volterò a guardarla sparire, ma come in un miracolo, alle mie spalle non vedrò nulla, per un istante. Il Nulla, impaurito, scosso come un ubriaco, vistosi scoperto, cercherà di riempire il paesaggio vuoto con un albero, qualche casetta, delle colline brulle…
    Ma sarà troppo tardi, i miei occhi avranno già visto abbastanza. E, come in un sogno, procederò nuovamente sui miei passi, seguendo la strada abbandonata per un attimo, più saggio, più consapevole. Camminerò silenzioso e mesto, col capo chino, tra coloro che per propria colpa, o per amara rassegnazione non intendono voltarsi, e con lo sguardo gonfio di malinconia andrò avanti, in un mondo che corre, con il mio Segreto.


    Questa è la MIA parafrasi, non vuol di certo sostituirsi ai commenti brillanti e illustri su questa pazzesca poesia. Scontratomi da fanciullo con Eugenio Montale, nulla allora sapevo di quest’opera, di queste poche righe più intense della luce del sole, più gravose di un masso sulla schiena.
    Niente mai mi farà cambiare idea, nemmeno una tremebonda e falsamente eterna felicità.
    Nulla cancellerà quel giorno, o per meglio dire QUEI giorni di tanti anni fa quando, da leone adolescente, mi sono voltato e ho visto.
    Chi studia Montale al Liceo, non lo può dimenticare. Ma chi studia Montale già alle scuole elementari riceve in dono un fardello e una busta. Nella busta ci sono poche parole: amami, o dimenticami. Per mia volontà non ho dimenticato, e il Nulla, con me, non tenta più raggiri.

    Tanta retorica, forse… ma anche tanta verità.
     
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2 replies since 27/1/2006, 17:05   574 views
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