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Pantufla.
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NON CHIEDERCI LA PAROLA
"Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo."
Splendida poesia, che dice già tutto da sè senza necessità di troppi commenti.
La poetica di Montale viene da lui sintetizzata in questi pochi versi, che spiegano con chiarezza la sua volontà di andare oltre la "parola" e di scavare fino in fondo nell'"informe animo" umano ma sempre senza la pretesa di potervi dare forma. Non formule, ma storte sillabe; non certezze, ma dubbi.
Ho sempre trovato di grande effetto i versi centrali, che propongono il netto contrasto tra chi indaga il proprio animo come il poeta e chi, invece, è "agli altri ed a se stesso amico". Sembra di cogliere da queste parole un senso di invidia, quasi che il Poeta avesse ammirazione per la fortuna di chi non ha problemi nè con se stessi ne con gli altri. "Ah, l'uomo che se ne va sicuro", un sospiro di rassegnazione per chi invece non potrà ma farlo. Io credo però che questa frase sia da leggere più come un rimprovero, un'ammonizione: perchè chi trascura di guardarsi nel cuore o di confrontarsi ogni giorno con gli altri per crescere nei rapporti interpersonali, finisce prima o poi per vivere nella superficialità e nella finzione.
Edited by Pantufla - 19/3/2007, 13:35
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*marika85*.
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bellissima. .
