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Pantufla.
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TEMPORALE
"Un bubbolìo lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un'ala di gabbiano."
IL TUONO
"E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla."
IL LAMPO
"E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'aprì si chiuse, nella notte nera."
Il clima degli ultimi giorni mi ha invogliato a ripescare questi tre brevi componimenti di Pascoli legati al tema comune del temporale ed inseriti nella raccolta "Myricae".
I colori e i rumori della Natura popolano questi piccoli ritratti poetici e, come la terra di pioggia, si impregnano di significati cari al Poeta: la tenerezza della madre, la casa come rifugio dalle intemperie della vita, il calore della famiglia. Ma quelli che sembrano versi descrittivi e infantili, rappresentano al contrario un animo tormentato e addolorato, che sente su di sè gli eventi drammatici della Natura e li vive come il dramma universale dell'Umanità.
Non mancano, certo, in Pascoli, i bagliori di speranza: "tra il nero un casolare", "soave allora un canto s'udì di madre", "una casa apparì sparì d'un tratto". Però la speranza, che è nascosta nelle gioie della famiglia, combatte in ogni verso per emergere dal buio, dal freddo e dal fragore disastroso di un Destino sempre avverso.
"Temporale", "Il tuono", "Il lampo": tre piccole perle preziosissime..